La nostra storia

1916

Agli inizi del Novecento, Salvatore Rispoli e Carolina Pollio, giovani e innamorati, partono per gli Stati Uniti inseguendo il sogno americano e lasciando il loro piccolo borgo di pescatori della costa amalfitana che tanto amavano. A New York mettono su un negozio di generi alimentari che con il tempo cattura una clientela d’eccezione tra divi del cinema e dello spettacolo. Ma la nostalgia di casa è grande. Ecco, quindi, che decidono di tornare con due figli piccoli e un terzo in arrivo. È il 1916, l’inizio di un mito lungo oltre cento anni, quello della Buca di Bacco che si intreccia con l’astro nascente della Positano eletta a buon ritiro per artisti e intellettuali stranieri. I primi guadagni si fanno vendendo sciroppi di mandorle e amarena. Salvatore poi decide di costruire un serbatoio sul tetto e una cella frigorifero per offrire granite di caffè e limone, che presto diventarono uniche al punto da essere apprezzate anche da ospiti come Grace Kelly.

“Mamma era famosa per la frittura e la parmigiana”, raccontava Anna, una delle sorelle fondatrici della Buca di Bacco insieme ai suoi cinque fratelli, Giulio, il maggiore, Giuseppe, Guido, Vito e Maria. Proprio quest’ultima stava incessantemente dietro ad Anna e sarà lei dopo, insieme alla cognata Lina, moglie di Giuseppe, a diventare la regina dei fornelli, mescolando piatti tipici alle ricette suggerite dagli ospiti.

Il nome Buca di Bacco lo inventò Léonide Massine, il grandissimo coreografoe ballerini russo dei Balletti Russi. “Da noi – ricordava sempre Anna – veniva a farsi lunghe bevute e a giocare a scacchi con Gilbert Clavel che abitava alla Torre da lui costruita a Fornillo nei primi anni del Novecento. Insieme al giornalista Italo Tavolato e al pittore Lubbers battezzarono questo posto con il nome di Buca, che sta per cantina, e Bacco in onore del dio del vino”.

Negli anni a seguire la famiglia Rispoli si espande e rileva una piccola proprietà nelle vicinanze e iniziano l’attività di
locanda e la sera, quando funziona il grammofono, si balla. “Chi non aveva denaro, come il pittore Grigorij Oscheroff ci regalava quadri”, raccontava Anna. “La nostra famiglia era generosa e il famosissimo scrittore Essad Bei sarebbe morto di fame se mia sorella Maria non gli avesse portato ogni giorno qualcosa da mangiare».

Con l’arrivo della seconda guerra mondiale la Buca di Bacco non si ferma e al suo finire arriva la svolta con la nascita dell’Albergo di charme che è oggi grazie all’impulso di Giulio e di sua moglie Dorothea Flatow che insieme al lavoro di tutti i fratelli hanno reso unico questo posto.

Tra i grandi nomi che hannno varcato le porte della Buca ci sono il generale Clark, che ha importato dagli Usa la moda dei cocktail, Norman Douglas, in paglietta e ventaglio, il grande fotografo di moda John French, Ernest Hemingway e John Steinbeck. Ma non finisce qui ci sono anche i grandi nomi del teatro e del cinema italiano: Eduardo De Filippo, Vittorio De Sica, Totò, Franco Zeffirelli e tantissimi altri.

Negli anni novanta toccherà poi a Sasà Rispoli proseguire su questa strada con le sorelle Carla e Marianna. Oggi la Buca di Bacco è un’azienda moderna con radici profonde, attenta alle tradizioni del passato e all’innovazione del servizio e che cattura l’interesse di viaggiatori provenienti da tutto il mondo grazie alla sua location unica.